Tra gusto & tradizione: i dolci pasquali salentini
La Pasqua nel Salento è un tripudio di luci, suoni e colori. Il risveglio delle attività, dopo il torpore invernale e la lunga Quaresima, trova nel periodo pasquale, un momento in cui la cultura e la tradizione si esprimono attraverso le forme più disparate.
Il Salento è una terra intrisa da una cultura millenaria e conserva, ancora oggi, nelle pieghe del suo territorio e nel cuore della sua gente, rituali antichi perennemente in bilico tra uno spirito religioso ed un’aurea di paganesimo mai sopita.
La tradizione popolare salentina descrive una storia antica e una devozione del tutto particolare che si esprime con una lunga serie di manifestazioni ed eventi raccontati attraverso forme artistiche alternative come la tradizione culinaria.
Le tavole salentine, a Pasqua, si colorano di piatti deliziosi e si sublimano in alcune ricette di dolci che legano la loro storia alla tradizione e al territorio con il quale condividono gli ingredienti principali, quali figli privilegiati dell’agricoltura locale.
La Coddhura
L’etimologia del termine che indica questo particolare dolce non è del tutto certa. La tradizione popolare ne invoca un’origine greca e un significato che potrebbe essere tradotto con le voci “corona” o “ciambella”.
La coddhura è un piatto legato indissolubilmente alla tradizione contadina, un tempo destinato ad arricchire le tavole dei ceti sociali meno abbienti e particolarmente apprezzato dai viandanti che lo trasportavano infilato in un braccio o nel proprio bastone.
La forma tipica è quella di una ciambella (o di un grosso tarallo) e la leggenda racconta che fosse già noto ai tempi degli antichi Romani, che la portavano in dono ai templi di Proserpina e Cesare per attirarsi i favori degli Dei.
Gli ingredienti che consentono di realizzare la pasta nella versione dolce (ne esiste anche una salata) sono semplici e gustosi: uova, zucchero, farina e olio vengono impastati, stesi e tagliati secondo la forma preferita. Al centro della decorazione vengono posizionate le uova (simbolo di fertilità) rigorosamente in numero dispari.
La cottura del dolce nel forno a legna ne esalta il gusto ed il profumo.
In Salento viene consumato il Lunedì dell’Angelo e rappresenta un augurio di abbondanza e rinascita.
La Torta di mandole salentina
Un dolce tipico del periodo pasquale in Salento, genuino e realizzato rigorosamente con prodotti a chilometro zero, è la torta di mandorle.
La pasta viene realizzata mescolando la farina, i tuorli d’uovo, lo zucchero, le mandorle tostate e alla fine anche gli alburni montati a neve. Una spolverata di buccia di limone ed arancio conferisce all’impasto un sentore particolare.
La farcitura è, generalmente, realizzata utilizzando della confettura biologica locale, ma qualche piccola variazione sul tema consente di arricchire con crema pasticcera e scaglie di cioccolato.
La pasta di mandorle, durante il periodo pasquale, viene impiegata anche per creare dei piccoli dolcetti a forma di agnello che vengono decorati con canditi, frutta secca o granella di cioccolato e regalati come augurio di prosperità.